sabato 18 aprile 2009

(...) stanza sul mare

In quel periodo ero talmente felice da non accorgermi minimamente di cosa accadesse in qualunque posto che non fosse “noi”…, se mi chiedessero cos’è per me la felicità, non esiterei un attimo a rispondere che è quella stanza sul mare…

perché l’amore non chiede, semplicemente esaudisce il tuo sogno romantico più profondo ed inconfessabile. E fu così quella sera, quando rispondendo al cellulare, al posto delle solite scuse per l’ennesimo ritardo, la sua voce calda e dolcissima esordì: “C’era una volta, tanto tempo fa , in un paese lontano…” e giù a raccontargli per un’intera notte tutte le favole che gli erano state negate da bambino…lentamente Cenerentola, Pinocchio, il gatto con gli stivali, Hans e Gretel, la Sirenetta, la Bella addormentata nel bosco, affollarono la stanza illuminata dalla luce fioca del camino, e quando all’alba, sul bacio del principe capace di risvegliare Raperonzolo, senti lo schiocco delle chiavi nella serratura, era talmente certo che fosse lei, che semplicemente lasciò cadere il telefono, con il cuore in gola aprì la porta e la strinse tra le braccia...

Quella notte… non la scorderò mai.
Non mi aveva mai abbracciata così, per la prima volta non mi stava proteggendo, semplicemente si era rifugiato tra le mie braccia…. Ma la strada verso la tragedia aveva iniziato il suo conto alla rovescia, esattamente come la pioggia che cade a poco a poco silenziosamente...
Fu l’unica volta, credo, che ti vidi piangere…ora so che non è stata l’unica , ma d’altronde sei sempre stato bravo a nascondere la tua sofferenza…
Dimmi Roberto, smetterà mai di piovere?

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